Come spegnere l’aggressività nella relazione con i condomini

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Ti è mai capitato di non riuscire a sostenere un l’accoglienza di un condomino che arriva aggressivo, nervoso e supponente e ad un certo punto ti lasci sopraffare da tutta questa emozionalità ?

Sappi che la responsabilità è la tua, molto di come andrà quell’interazione dipende da te.

Spesso la nostra attività è considerata impegnativa proprio perché dobbiamo in qualche modo relazionarci con le persone, ed è proprio vero.

E allora perché non iniziare da subito a comprendere quali sono quelle azioni efficaci per far sì che quelle relazioni siano sempre migliori?

Il primo passo per rendere una relazione efficace è comprendere il valore dell’approccio.

Ma che cos’è l’approccio?

In termini di seduzione sicuramente qualcosa ti verrà in mente, e qui non è tanto diverso.

Approccio = La prima impressione

Considera che il nostro cervello impiega qualche secondo per assegnare un’etichetta nel momento in cui vediamo una persona.

Attacchiamo l’etichetta, così come gli altri attaccano l’etichetta su di noi e dopodiché si va ad interloquire ed a relazionarci con quelle etichette.

Il corretto approccio è il modo per creare fin da subito un ambiente adatto alla relazione.

Ed allora nel momento in cui arriva quel condomino che mediamente è arrabbiato per qualcosa, è nervoso, è agitato, magari anche per problemi suoi, non necessariamente dovuti al nostro lavoro, il nostro ruolo da buoni amministratori e da buoni comunicatori è fare in modo che quel tipo di interazione diventi adeguata a continuare un’interlocuzione, altrimenti meglio evitare di proseguire.

Come fare allora?

Nel momento in cui interagiamo. per approcciarsi alla persona, dobbiamo prestare alcune attenzioni.

La prima è quella di non giudicare, non attaccare etichette sulle persone,altrimenti interagiremo con quell’etichetta e la persona se ne accorgerà.

Mettiamoci in ascolto e accogliamo la persona con un sorriso, anche quando non c’è niente da sorridere; ti assicuro che sorridere fornisce al nostro cervello un messaggio totalmente diverso rispetto all’eventuale stato d’animo non utile del momento.

Nel momento in cui arriva la persona, accogliamola e chiediamoci come poterla aiutare;il potere delle convinzioni e delle parole che ci diciamo è fortissimo.

Tutto questo anche se ci troviamo di fronte ad una persona scontrosa, con un atteggiamento che non ci piace.

Soprattutto in questi casi inutile attaccare delle etichette spesso dovute a delle regole personali che derivano dalla nostra cultura.

Evita di pensare che dovrebbe comportarsi in maniera diversa, non avere aspettative particolari, inizia a chiederti come puoi aiutarlo, con un pizzico di sorriso e mettiti veramente in ascolto; molto spesso infatti non ascoltiamo, e quello che facciamo è iniziare già a pensare a cosa rispondere, mentre l’altro sta parlando e non esiste azione peggiore di questa, perchè in quel momento tu non sei con lui, non sei lì,sei nella tua testa a pensare a qualcos’altro.

Nel momento in cui incontri il condomino, qualsiasi sia il suo stato emotivo, non farti condizionare perché altrimenti sarà sempre un crescendo che non porterà a nulla.

Inizia ad ascoltarlo sinceramente, interessati a ciò che ti vuole dire, cerca di comprendere; solo dopo che hai fatto tutto questo inizia a comunicare.

Se non presti attenzione a questo tipo di approccio, se non fai in modo che la persona passi da uno stato di massima diffidenza (tutti noi siamo diffidenti di primo acchito, soprattutto se siamo emozionalmente coinvolti) ad uno stadio di apertura, in cui è disposta ad ascoltarti, inutile che prosegui, perdi solo del tempo.

Presta molta attenzione allora al momento dell’approccio, concentrati sulla persona, chiediti come puoi aiutarla, e solo in quel momento, una volta che hai elaborato tutto questo, fai la tua mossa e comunica con lui diversamente, ti porterà ad una corretta e più efficace comunicazione con quel condomino.

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